La 100 Km dei Forti: un’esperienza unica tra natura e storia (parte prima)

Oltre cento chilometri di sentieri ereditati dalla storia ed immersi nella natura. La 100 Km dei Forti è un’esperienza unica nel suo genere: la più lunga, la più ricca di testimonianze, la meglio organizzata e senza dubbio anche quella che offre la miglior accoglienza grazie alla vasta offerta di malghe, rifugi e hotel dotati di servizi per biker. Informazioni più dettagliate sono disponibili sulla nuovissima ed unica guida in formato ebook “La 100 Km dei forti. Un’esperienza unica tra natura e sotria“.

Guida alla 100 km dei forti

Ho scelto di percorrere questo tracciato, elaborato e curato dalla Alpe Cimbra Bike, dividendolo in due giorni in modo da poter apprezzare con calma i numerosi punti di interesse.

In questa prima tranche vi parlo del periplo di sentieri intorno a Forte Cherle e Forte Dosso Sommo (Werk Serrada) e Forte Sommo Alto.

La partenza è in località Francolini presso il Bike Hotel La Seggiovia di Folgaria, dove già si trovano i segnavia bianchi e rossi della 100Km dei Forti.

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Si passa attraverso l’interessante Biotopo Echen, una torbiera caratterizzata da fenomeni carsici, per poi passare tra campi da golf e piste di sci fino a salire parallelamente alla Strada Statale che conduce a Passo Sommo. All’altezza della Chiesa dai colori ambrati che funge da spartitraffico, si prende una strada secondaria che porta all’abitato di Tezzelli fino ad incontrare una vecchia segheria dismessa solo qualche decennio fa. Da qui inizia una lunga salita sulla polverosa mulattiera militare che conduce sulla sommità sovrastata dai ruderi del Forte Cherle. L’edificio ha notevolmente risentito dei bombardamenti durante la guerra e del saccheggio post bellico, eppure le sue bianche mura emettono ancora un senso di austerità e fierezza. A stupire il visitatore odierno è senza dubbio l’ amplissima prospettiva panoramica che permette di tenere sott’occhio tutto la linea di monti tra trentino meridionale e veneto: ben si distinguono, l’Ortigara e l’ Altipiano di Asiago a sud est, la Val d’Astico a Nord Est, il Pasubio ed il Finonchio nel quadrante sud-ovest.

In prossimità di questo avamposto si trovano i resti di un cimitero e di un ospedale militare austroungarico.
Si passa ora ad un altro obiettivo: Forte Sommo Alto, che si raggiunge attraversando le verdi praterie della Val d’Orsora, dove è situata l’omonima Malga. Prima però una pausa rifocillante all’ Osteria del Passo Coe, dove hanno anche una piccola officina per l’assistenza meccanica.

Anche questo appare come un gigante ferito, diroccato e consunto da cento anni di storia, eppure un secolo fa durante la spedizione punitiva austriaca (maggio 1916) seminò terrore e morte nello schieramento italiano.

Si continua su sterrato seguendo il tratto che costeggia la valle del Terragnolo: si entra qui nel territorio di un altro gigante di pietra, il Forte Dosso delle Somme, il più grande apprestamento fortificato sul fronte italoaustriaco. L’aspetto non è molto migliore dei due precedenti, ma la maggior imponenza balza subito all’occhio. Controllava la sottostante valle del Terragnolo e duellava con i Forti italiani situati sul confine veneto: il Verena, il Campomolon, il Campolongo.

L’aspetto più curioso è la Forra del Lupo: un camminamento trincerato scavato tra terra e roccia, che partendo dal Forte raggiunge dopo 4 km il paese di Serrada. Questa opera, fortunatamente, è stata ripulita e ripristinata grazie al lavoro dei volontari (NB è usufruibile solo a piedi).

Ed è proprio a Serrada che si ritorna percorrendo la vecchia strada militare carrozzabile.

 

…to be continued…

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